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Settima Lezione

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Settima Lezione
GLI ENOLITI
STORIA
PREPARAZIONE
Scelta del corretto vino
Scelta della droga
Procedimento
Conservazione
Tutte le pagine
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Lezione del 15 Aprile 2009

Iniziamo con l'apprezzare il qualità e le proprietà del vino.... aggiungiamo qualche erba prodigiosa e...

 

SONETTO DEL VINO

In quale regno o secolo e sotto quale tacita

Congiunzione di astri, in che giorno segreto

Non segnato dal marmo, nacque la fortunata

E singolare idea di inventare l’allegria?

Con autunni dorati fu inventata. Ed il vino

Fluisce rosso lungo mille generazioni

Come il fiume del tempo e nell’arduo cammino

Ci fa dono di musica, di fuoco e di leoni.

Nella notte del giubilo e nell’infausto giorno

Esalta l’allegria o attenua la paura,

e questo ditirambo nuovo che oggi gli canto

lo intonarono un giorno l’arabo e il persiano.

Vino, insegnami come vedere la mia storia

Quasi fosse già fatta cenere di memoria.

JORGE LUIS BORGES

 


GLI ENOLITI

vino_tnIl vino è oggi particolarmente apprezzato per le sue proprietà salutistiche e cosmetiche. Numerosi sono infatti gli articoli inerenti al suo impiego quale antiaggregante piastrinico, ipocolestero-lemizzante ed adiuvante la circolazione periferica (proprietà, queste, derivanti dalla frazione polifenolica dell’uva) e numerosi sono gli stabilimenti termali che si avvalgono dell’impiego di vino in bagni, maschere e massaggi per conseguire benefici effetti quali riduzione delle rughe, distensione e tonicità della pelle, scomparsa di edemi e gonfiori, ecc.

Se attualmente prevale l’utilizzo del vino in quanto tale, in passato esso è stato prevalentemente utilizzato quale solvente per l’estrazione di principi attivi di origine vegetale nella preparazione degli enoliti.


STORIA

Il Talmud descrive il vino come la più antica medicina. Con i medici dell’antica Grecia cominciò il pensiero scientifico sul vino e sulle sue proprietà terapeutiche.

bacco2_tnIn epoca romana l’uso del vino quale rimedio terapeutico, divenne assai frequente, soprattutto nella preparazione di decotti a base di erbe medicinali.

La fonte più ricca e dettagliata sull’uso del vino come rimedio, è quella offerta da Galeno. I medici della Scuola erano fautori dell’uso moderato del vino, preferendo quello bianco e dolce in quanto ritenuto ricco di sostanze nutritive utili agli infermi.

L’Autore del “ Trattato sui vini medicinali”, un ignoto medico che scriveva per gli speziali e gli aromatori, indica, sin dalla prefazione, che il vino migliore per le preparazioni è quello bianco prodotto da buoni vigneti con il quale è possibile preparare il vino “palmeo”, idoneo ad assorbire nel modo migliore i principi attivi contenuti nelle droghe vegetali, erbe, fiori, radici, frutti, posti in infusione nel periodo della fermentazione del vino.

Notevoli effetti terapeutici si trovano anche nel vino epitimato per i melanconici, il vino eufragiato e fenicolato al finocchio, indispensabile per la vista diminuita nell’anziano, il vino isopirato per la tosse, il vino salinato alla salvia per le odontalgie, il vino invernale per i vecchi con canfora, mastice, liquirizia, uva passa e zucchero e quello estivo con mosto e rose rosse secche, il vino contro la febbre quartana, terzana e quotidiana, il vino graminato, quello rigenerativo, il melico, il granato con grani di melograno, il vino che conforta braccia e gambe con zibibbo, cardamomo, cinnamomo, mastice e coriandro ed infine quella panacea di vino all’oro spento che si otteneva immergendo una lamina d’oro arroventata nel vino 40 – 50 volte, lasciando poi chiarificare e indi colando con molta attenzione.


PREPARAZIONE

Gli enoliti, detti anche tinture vinose o vini medicinali, sono soluzioni idroalcoliche di fitocomplessi di piante medicinali, ottenute per l’azione solvente di un opportuno vino su una droga in genere secca. Essi possono essere semplici se viene estratta una sola droga o composti se vengono estratte più droghe opportunamente associate.

infuso_tnDue sono i metodi usati per la loro preparazione, ma fra di essi è da preferire sicuramente il primo:

1) MACERAZIONE a temperatura ambiente.

2) DILUIZIONE di un Estratto Fluido.

Per ottenere una corretta macerazione occorre tenere in considerazione tre parametri:

1. scelta del giusto vino,

2. scelta della droga,

3. rapporto D/E.


Scelta del corretto vino

Scelta del corretto vino Il vino, solo se prodotto da fermentazione alcoolica da mosto d’uva di eccellente qualità senza che abbia subito nessuna alterazione o sofisticazione, deve avere circa 15° alcoolici.

vino_bianco_tnIl Vino rosso si utilizza per estrarre droghe contenenti sostanze tanniche ed astringenti, la cui azione risulterà potenziata dai tannini contenuti nel vino.

Il Vino bianco si utilizza per estrarre droghe diuretiche, la cui azione sarà potenziata dalle analoghe proprietà possedute da tali vini.

Si usano inoltre per estrarre piante contenenti principi attivi (enzimi, proteine, alcaloidi, ecc.) che, reagendo con i tannini dei vini rossi, darebbero origine a precipitati insolubili. Il vino bianco è in genere di basso grado alcoolico, quindi va cotto con alcool etilico, portandolo a 15 gradi alcoolici..

Il Vino liquoroso o dolce, in genere di oltre 15 gradi alcoolici, si usa per estrarre droghe che contengono resine, olii essenziali o altre sostanze facilmente alterabili. Impiegato, inoltre, per estrarre droghe toniche o stomachiche, che saranno potenziate dall’attività del vino stesso.


Scelta della droga

Per consuetudine e praticità, le droghe si usano in genere secche, in quanto quelle fresche modificherebbero il già basso grado alcoolico del vino, impedendone la conservazione o costringendo l’esecuzione di calcoli per riaggiustarlo.

erbe_tnRapporto D / E

La FUI VI Edizione indica quale rapporto droga / estratto (D / E) quello di 1 / 20, inteso come rapporto Peso Secco / Estratto in caso di pianta fresca.

Tale rapporto si può tranquillamente intendere Peso / Volume, pertanto, significa che si fanno macerare 5 g di droga ogni 100 ml di vino.

Tale rapporto non sempre è rispettato. Ciò dipende dalla pratica esercitata e dalle caratteristiche delle droghe.


Procedimento

La droga, pesata ed opportunamente sminuzzata o contusa, viene posta in un maceratore e ricoperta del vino scelto per l’estrazione, in volume adeguato. Si procede con la macerazione

per 10 – 15 giorni agitando energicamente almeno tre volte al giorno. Alla fine si decanta e si torchia la droga ancora imbevuta di solvente a pressione non troppo elevata, per evitare la fuoriuscita di mucillagini che intorbidirebbero l’enolito. Le due parti di liquido vengono poi miscelate e dopo 24 – 48 ore si decanta e si riporta a volume con lo stesso tipo di vino usato per l’estrazione.

La FUI VI Edizione prevedeva anche la diluizione degli estratti fluidi nel vino prescelto. Tale sistema è da evitare poiché diluire un estratto fluido, in genere di 60 – 70 gradi alcoolici, nel vino di 10 – 20 gradi alcoolici, significa far precipitare molti dei principi attivi in esso contenuti. Si noterà infatti la formazione di un corpo di fondo o un intorbidimento, con il progressivo impoverimento o l’eliminazione totale dei principi attivi dell’estratto.

Un terzo metodo di preparazione dei vini medicinali potrebbe essere rappresentato dalla soluzione diretta di farmaci in vino.


Conservazione

Gli enoliti vanno conservati in bottiglie di vetro scuro, chiuse ermeticamente, piene, al riparo dalla luce ed in luoghi freschi.

liquore_tnOgnuno di essi ha una vita più o meno lunga, che è in stretta relazione con il grado alcoolico. Di solito, più il grado alcoolico è basso, più breve sarà il periodo di conservazione possibile. I vini italiani che meglio si conservano sono quelli dell’Italia meridionale ed insulare, poiché hanno un grado alcoolico ed una quantità di zucchero superiore a quella di altre regioni.

Per quanto riguarda la quantità di vino medicinale da preparare di volta in volta, è consigliabile produrre solo quello che si pensa di consumare in breve tempo, per evitare alterazioni quali l’acetificazione, la decolorazione (soprattutto per i vini rossi) e inoltre la formazione di depositi e di “fondi” che possono modificarne il sapore.

Se ben conservati la loro durata è di uno, massimo due anni.

 

 

Allegati:
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Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Maggio 2009 21:56  

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