Indice |
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Settima Lezione |
GLI ENOLITI |
STORIA |
PREPARAZIONE |
Scelta del corretto vino |
Scelta della droga |
Procedimento |
Conservazione |
Tutte le pagine |
Il Talmud descrive il vino come la più antica medicina. Con i medici dell’antica Grecia cominciò il pensiero scientifico sul vino e sulle sue proprietà terapeutiche.
In epoca romana l’uso del vino quale rimedio terapeutico, divenne assai frequente, soprattutto nella preparazione di decotti a base di erbe medicinali.
La fonte più ricca e dettagliata sull’uso del vino come rimedio, è quella offerta da Galeno. I medici della Scuola erano fautori dell’uso moderato del vino, preferendo quello bianco e dolce in quanto ritenuto ricco di sostanze nutritive utili agli infermi.
L’Autore del “ Trattato sui vini medicinali”, un ignoto medico che scriveva per gli speziali e gli aromatori, indica, sin dalla prefazione, che il vino migliore per le preparazioni è quello bianco prodotto da buoni vigneti con il quale è possibile preparare il vino “palmeo”, idoneo ad assorbire nel modo migliore i principi attivi contenuti nelle droghe vegetali, erbe, fiori, radici, frutti, posti in infusione nel periodo della fermentazione del vino.
Notevoli effetti terapeutici si trovano anche nel vino epitimato per i melanconici, il vino eufragiato e fenicolato al finocchio, indispensabile per la vista diminuita nell’anziano, il vino isopirato per la tosse, il vino salinato alla salvia per le odontalgie, il vino invernale per i vecchi con canfora, mastice, liquirizia, uva passa e zucchero e quello estivo con mosto e rose rosse secche, il vino contro la febbre quartana, terzana e quotidiana, il vino graminato, quello rigenerativo, il melico, il granato con grani di melograno, il vino che conforta braccia e gambe con zibibbo, cardamomo, cinnamomo, mastice e coriandro ed infine quella panacea di vino all’oro spento che si otteneva immergendo una lamina d’oro arroventata nel vino 40 – 50 volte, lasciando poi chiarificare e indi colando con molta attenzione.