Per aiutarci a vivere questa esperienza di liberazione, si allestirà una pantomima che la rappresenti, in una radura o nei recessi di una caverna o intorno all'altare di un tempio.
Lo statuto spirituale dell'immaginazione
La precederà la cacciata di tutte le memorie del mondo esteriore, la coronerà un ammutolito raccoglimento. Infine, sospinti di là da tutte le forme, si esclamerà con Prospero (La tempesta, 4.1):
come questa visione campita sul vuoto: le torri incappucciate da nubi, i fastosi palazzi, i templi solenni, e l'intero globo, e tutto ciò che contiene, quando sarà dissolta, come questo spettacolo senza sostanza, che scompare senza lasciar traccia. Siamo la sostanza di cui son fatti i sogni, e la nostra minima vita è tutta circondata da un sonno.
Per rientrare nell’OrÃgÃne, nell'Unità , per diventare cristallini, trasparenti, si crea una pantomima liturgica, la forma estrema e originale d'ogni arte, la quale mostra il sogno del mondo che si dissolve nella verità come un puro simbolo della verità . L'apice della liturgia è un sacrificio.
Chi dopo questa esperienza di estinzÃone s'incammina di nuovo alla volta dell'esistenza ordinaria, non è più lo stesso; ri nato, due volte nato, incede del tutto desto fra le torme di sonnambuli che s'accalcano per le strade.
«Come sogni, illusioni e castelli in aria, i sapienti che hanno approfondito il Vedánta, vedono questo mondo tangibile», dice il Gaudapáda Kariká (3 1).
La via della sapienza conduce dallo spazio al tempo, dalle cose tangibili agli archetipà immaterÃali,
Â