Il lato oscuro dell'immaginazione
L'immaginazione è l'istmo tra la vita e l'estinzione, fra notte e giorno, inganno e verità . Il suo lume crepuscolare può preludere o all'eternità o alla morte spirituale. Dall'immaginazione tutto dipende. Essa foggia senza tregua immagini a partire dai messaggi che trasmettono i sensi, ma quando si distrae dal sensibile, si può volgere al suo interno, alla fonte della sua luce, al lume dell'intelÂletto, oppure può viceversa baloccarsi tra le immagini che ha stipato nella memorÃa. I due atteggiamenti definiscono, rispettivaÂmente l'ispirata visione e la fantasticheria; l'una conduce allo scopo supremo, l'altra alla degradazione.
EsizÃale è il sogno ad occhi aperti, anche e specie d'essere un innocente gioco di immagini. Le immagini sono idoli, esercitano influssi; con esse la mente non si trastulla impunemente. Ne subisce un triplice danno: non soltanto le fantasticherie sono l'opposto della meditazione e della contemplazione, ma contaminano i sogni notturni, che le riflettono come in uno specchio curvo. Esse tarpano la prontezza, la vivacità della veglia. Il fantasticare agglutina al mondo esterno e allo stesso tempo rende inetti alle opere pratiche: come disse Keats nella Caduta d'Iperione:
Il poeta e il sognatore sono distinti fra loro,
Sono diversi, opposti, agli antipodi.
L'uno versa un balsamo sul mondo,
L'altro lo tormenta.
Quando in Milton Satana vuol far cadere Eva, la induce in fantasticheria (Paradiso perduto, iv, 800):
SpiaccÃcato come un rospo all'orecchio di Eva,
tenta d'attingere con diabolica arte gli organi della fantasia e con essi forgiare
fantasmi e sogni, illusioni a volontà .
Non c'è tradizione che non metta in guardia contro il fantastiÂcare.
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