Su una delle pareti dipinte della caverna di Lascaux, attorniata da quegli animali colorati, vividi e splendidamente sagomati, c'è una figura quasi infantile di un uomo,
IL LINGUAGGIO DELL'ANIMA
John Lane**Su una delle pareti dipinte della caverna di Lascaux, attorniata da quegli animali colorati, vividi e splendidamente sagomati, c'è una figura quasi infantile di un uomo, un cacciatore che avendo scagliato la sua lancia contro le budella di un bisonte, è ora disarmato e vulnerabile, fragile, attaccabile ed incompleto. Un moderno poeta americano W. Berry ha commentato che il messaggio sembra essenzialmente quello della voce del turbinio nel Libro della Creazione: la creazione è al tempo stesso, benefica e misteriosa e l'umanità è solo una parte di essa, non il suo eguale e molto meno che il suo padrone.
15.000 o 20.000 anni dopo che queste caverne furono dipinte, un altro poeta, Goethe, visitando la cappella Sistina, osservò che nessuno che non abbia visto gli affreschi di Michelangelo, può avere una chiara idea di quello che un essere umano può raggiungere. Se avesse visto Lascaux, forse il più affascinante reperto della collezione del nostro passato, ho pochi dubbi che egli avrebbe espresso la sua ammirazione in termini non dissimili. Da lì, sino alla cosiddetta alba della coscienza umana, si era già capaci di una tale raffinatezza estetica che, io penso, sia tra le più raffinate della nostra intera storia.
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