Buddha della Medicina viene chiamato in tibetano Sanghs-rghie-sman-la (pr.: Sanghie Men La) dove "Sanghie" è il termine usato per indicare un Buddha, mentre "Men La" significa guaritore, medico, colui che guarisce.
In sanscrito egli viene chiamato Bhaysaya Guru, che significa proprio "Sviluppatore di Guarigione".
Egli è chiamato anche il "Sovrano dell'acquamarina" poiché dal suo puro corpo (non c'è ombra di malattia nella sua mente, nel suo corpo, nella sua parola) emana una intensa luminosità di una tonalità blu come il colore dell'acquamarina.
E' chiamato anche "la pura sorgente del lapislazzuli" per richiamare le qualità medicamentose presenti nella stessa pietra.
Fra i voti presi dal Buddha della Medicina, mentre era ancora un Bodhisattva, vi fu quello di aiutare senza esitazione tutte le persone che avessero recitato il suo nome e seguito i suoi insegnamenti per la propria ed altrui guarigione.
Questa guarigione potrà manifestarsi non solo nel senso della malattia, ma anche, per esempio, nel non far soffrire difficoltà materiali o condizioni avverse a tutti i praticanti.
Realizzare le qualità sublimi di guarigione vuol dire interiorizzare la pura essenza del Buddha della Medicina: egli rappresenta un livello di illuminazione di totale benessere ed è fondamentale capire e meditare profondamente questo punto.
Secondo gli insegnamenti di Buddha Shakyamuni fu il Buddha della Medicina ad insegnare la materia medica in questa porzione di universo, nel luogo detto DANADUK, "la città bella da vedere" : egli insegnò diverse opere mediche (la più importante è quella de " I quattro Tantra") a vari circoli di discepoli buddhisti quali Ananda, alcuni Bodhisattva come Cenrezig e Manjushri ed altri praticanti non buddhisti, quali Rishi, guaritori e divinità induiste.
Astrologicamente il giorno del Buddha della Medicina è l'ottavo giorno del mese lunare, ed in tale giorno il potere di guarigione è particolarmente forte.
Ci sono due versioni del Mantra del Buddha della Medicina in sanscrito, la "lunga":
Om Namo Bhagavate Bhaishajyaguru Vaidūryaprabharājāya Tathāgatāya Arhate Samyaksambuddhāya Tadyathā: Om Bhaishajye Bhaishajye Mahābhaishajye Bhaishajye Rāja Samudgate Svāhā
E la "corta", nota come "Mantra del Cuore del Buddha della Medicina":
(Tadyathā) Om Bhaishajye Bhaishajye Mahābhaishajye Bhaishajye Rāja Samudgate Svāhā
Si ritiene che la recitazione e l'ascolto di questo mantra sia molto efficace per curare dalle sofferenze fisiche e per purificarsi dal karma negativo.
Un rituale molto in uso in caso di malattia è di recitare ogni giorno il mantra nella sua forma lunga per 108 volte su un bicchiere d'acqua e poi berne il contenuto: si crede che questo santifichi l'acqua con la benedizione del Buddha della Medicina ed abbia così effetti curativi.
È abituale inoltre, nel buddhismo tibetano recitare il mantra prima di ogni pasto non vegetariano; si crede che l'animale defunto possa così essere liberato dal suo karma negativo e reincarnarsi quindi in un'esistenza più felice.