Indice |
---|
Rito del Fuoco |
Intervista a Wolfang Laib |
Il Fuoco trasformatore |
Tutte le pagine |
Nel corso degli ultimi 30 anni ho fatto centinaia di mostre in tutto il mondo, ma qui c’è qualcosa di più di una mostra...
Wolfang Laib. Il rito del Fuoco
Ho iniziato studiando medicina, spinto da tutti quegli ideali che un medico può avere. Rimasi subito deluso quando mi resi conto che la medicina del nostro secolo è solo una scienza naturale che si occupa esclusivamente del nostro corpo fisico e non considera affatto la nostra vita, la nostra esistenza.
Per questo mi sono messo a cercare nell’arte quello che non potevo trovare nella medicina e in realtà mi sembra di non aver mai cambiato professione. E credo — spero — che questa mostra riprenda quella visione, l’idea di essere insieme artista, medico e sacerdote.
Non è limitata a un solo individuo, o a un unico posto, e nemmeno a un tempo specifico. Non vuole presentare l’artista come individuo, come creatore, secondo quel concetto che ha dominato la cultura europea per diversi secoli. Questa mostra è iniziata mesi fa, celebrando il rituale vedico del fuoco su una collina di granito nel sud dell’india e continua oggi a Torino, con l’installazione di centinaia di piccole montagne di riso, una fila di piccole montagne di polline e una grande montagna Ziqqurat di cera d’api; ed è qui che si concluderà con un altro rito dei fuoco officiato da 45 Bramini provenienti dai più importanti templi del sud dell’india.
Un’esperienza che coinvolgerà persone molto diverse tra loro, per cultura e provenienza, accomunandole però in quella visione universale e senza tempo della nostra esistenza, così simile per tutti e da tutti condivisa. Si tratta di creazione e sostentamento, di distruzione e rinnovamento. Le montagne di polline rimandano alla creazione, quelle di riso sono il nutrimento, mentre il fuoco è il simbolo della distruzione e della trasformazione del mondo.
Per il rito conclusivo della cerimonia dei fuoco ci saranno 33 fuochi, con 33 Bramini seduti davanti ad ogni fuoco e altri 12 che porteranno tutto il materiale necessario, oltre a tre cuochi indiani che prepareranno il cibo da bruciare. Tre ore ai mattino e tre ore alla sera, per sette giorni di seguito, dall’ 1 al 7 di giugno. È un rito Muhayaqna, una cerimonia vedica che si tramanda immutata da millenni e che ha le sue radici nella cultura veudica indù ma al tempo stesso la trascende poiché si celebra per il benessere del mondo intero e di tutti gli esseri viventi.
Â
Si brucia il mondo materiale, simboleggiato dai vari tipi di cibo, riso, lenticchie, burro, frutta, verdura, fiori e latte, insieme a pezzi di stoffa, vestiti, erbe e piante medicinali: si tratta di rinuncia e di rinascita, della nascita di un qualcosa di nuovo e di completamente differente. i Bramini agiscono da intermediari tra Dio e il mondo e pregano per la sua guarigione e per la protezione da ogni tipo di malattia. Si tratta dell’eterno sogno umano di un medico universale che detiene la brocca di amrita, il nettare dell’immortalità .
Wolfang Laib.