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Profumi VI Lezione |
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LA NOTA TABACCO |
PROFUMI FAMOSI |
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La diffusione dei profumi avvenne essenzialmente seguendo la tendenza igienista che peraltro si conferma fino al XIX° secolo con la comparsa di trattati sul savoir-vivre e sull’igiene
che vantano le virtù dei bagni, benefici per la salute e per la pelle. L’igiene è in effetti, in questa società fortemente influenzata dalla borghesia ambiziosa, il simbolo della purezza d’animo e della virtù.
Dal Rinascimento alla prima metà del XIX° secolo, si ricorre alla profumeria secca per usi diversi: polveri per sacchetti, per il viso, per la parrucca, commercializzata alla rinfusa in grandi scatole dai decori raffinati.
La profumeria riceve un colpo disastroso nel periodo appena successivo alla Rivoluzione francese, poiché si desiderava spazzare via tutto ciò che ricordava
Ma dopo pochi anni, una frenesia di lusso e di piacere si impossessa della società.
Sotto l’Impero, mentre Giuseppina adotta gli aromi esotici (vaniglia, garofano, cannella), Napoleone preferisce l’Eau de Cologne per le frizioni.
Non è un caso che l’Acqua di Colonia, essenza delicata famosa in tutto il mondo, si chiami proprio così. La sua storia ha origine, infatti, proprio dall’affascinante città tedesca sulle rive del Reno ed inizia con un “c’era una volta un maestro profumiere di origine italiana...” chiamato Giovanni Maria Farina. Esperto di essenze Farina portò con sé dal Piemonte i segreti della distillazione e il genio creativo che gli fecero mischiare nel 1709 le fragranze di limone, bergamotto, arancio, mandarino, limetta, cedro e pompelmo, ottenendo come risultato un profumo leggero ma inconfondibile.
Trasferitosi a Colonia, Giovanni Maria si mise al lavoro per dare vita a questa essenza unica, a base di olio di bergamotto, che battezzò con il nome della sua nuova città. Questa fragranza avrebbe conosciuto presto un successo strabiliante in tutte le corti europee...
Dopo qualche decennio, l'Acqua di Colonia è ovunque. Imitata, copiata, falsificata, non assomiglia più alla sua versione originale creata dal profumaio di origine italiana. Ormai "Acqua di Colonia" è un termine generico, usato per definire tutte le composizioni meno concentrate rispetto all'Eau de Parfum e all'Eau de Toilette...
All’inizio del XIX secolo, Jean-Marie Farina, erede del fondatore della famosa maison e della formula, si installa a Parigi e diventa fornitore accreditato presso l’imperatore Napoleone I. Nel 1840, cede la sua attività a Léonce Collas che la rivende nel 1862 ai signori Roger e Gallet che continuano a commercializzare la famosa Eau de Cologne.
Guerlain entra in scena nel 1828 da quando Pierre François Pascal Guerlain apre la sua prima maison di profumeria a Parigi. Vi presenta eaux de toilette, preparazioni termali, saponi, creme saponine, pomate di ogni tipo. Molto presto, la reputazione della boutique è tale che uomini e donne eleganti vi si avvicinano. Compaiono nuovi nomi nell’universo profumato: Edouard Pinaud, Bourjois, Molinard.
Dall’inizio del XIX secolo, i ricercatori cominciano ad isolare in natura delle molecole olfattivamente interessanti, per inventare in seguito prodotti chimici senza uguali nella natura. La sintesi dell’urea da parte di Woeler nel 1828 segna l’inizio della chimica organica, di importanza fondamentale nell’evoluzione della profumeria. Compaiono prodotti di sintesi con nuove caratteristiche, frutto delle ricerche condotte nei laboratori di potenti industrie chimiche in Europa e negli Stati Uniti.
Poco a poco i prezzi di questi nuovi prodotti diventano abbordabili. Sono uniti ai prodotti naturali, apportando note inedite alle nuove composizioni.
Fra i primi prodotti che utilizzano i prodotti di sintesi: Fougère Royale d’Houbigant nel 1882, che contiene cumarina sintetizzata nel 1868; Jicky de Guerlain nel 1889 che utilizza lavanda e vanillina.
Alla fine del XIX secolo i profumi voluttuosi impongono i loro aromi di patchouli, di muschio o di eliotropio di cui si impregnano pellicce e scialli e tessuti provenienti da luoghi esotici.
Alla fine del XIX secolo il profumiere londinese Eugene Rimmel fa compiere un nuovo passo in avanti nell’arte del profumo proponendo di dividere gli aromi in diciotto gruppi, allo scopo di facilitare la classificazione degli odori.