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Il profumo non è un bene comune; oltre ad essere una percezione personale è anche una risposta individuale. Chi annusa, assapora a modo proprio e chi emana, odora in modo del tutto unico.
È indiscutibile che lo stesso prodotto di profumeria assuma connotazione diversa a seconda dell’epidermide sulla quale viene utilizzato.
L’odore stesso del corpo è intimo ed individuale, ma riconoscibile e quindi soggetto ad essere ricordato. È frutto e voce delle nostre emozioni: esprime il nostro disagio, l’essere nervosi, eccitati, felici. Comunica il nostro stato d’animo, alle volte è addirittura impercettibile ma comunque avvertito: come la paura, che per quanto celata non sfugge al cane a noi vicino.
Il profumo e gli odori ci portano alla conoscenza delle cose. L’odore si percepisce attraverso il primo ed ultimo segno di vita: il respiro.
Si inala, si respira. Si “sente”.
È un senso speciale quello dell’olfatto, realmente privilegiato.
È la porta di accesso ad aromi e fragranze, alle amabili o alle ripugnanti esalazioni, all’aria che si muove e porta con sé delicato o spregevole effluvio. Il richiamo sensoriale del profumo è precisamente realizzato nel romanzo, di corposa bellezza, scritto da Proust “ Alla Ricerca del Tempo Perduto”.
Il profumo dolce, memoria di infanzia, delle “madeleines” (morbidi dolcetti, rigonfi da un lato, ma piatti e scanalati dall’altro, come conchiglie) riporta alla mente dell’autore un indistinto ricordo che si flette ed increspa come onda del passato, destinata ad dischiudersi a ventaglio sulla spiaggia, chiara e spumosa. Inizia così la “Recherche” del tempo perduto, il ritorno alla memoria.