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Memoria e olfatto |
Un particolare immenso |
Memoria olfattiva e sentimenti |
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Un particolare immenso
Ancorché fuggevole e ineffabile, l’odore è, come dice Gaston Bachelard nella Poetica della rêverie, quel «particolare immenso» (1960: 153) che in un istante ci guida al cuore delle cose, nell’intimità delle altre persone e nei recessi, spesso inconfessati, del nostro vissuto. Questo fenomeno, comune e speciale al tempo stesso, è noto come ‘sindrome di Proust’, perché, in una famosa pagina della Recherche, lo scrittore evoca un episodio della sua infanzia legato al sapore e all’odore di un pezzetto di madeleine. Gli odori sanno dunque attivare la memoria episodica: cioè quella forma di memoria a lungo termine che custodisce i ricordi autobiografici costitutivi della nostra identità .
Al di là degli aneddoti e dei racconti letterari, le ricerche scientifiche degli ultimi decenni attestano la singolarità cognitiva della memoria olfattiva – che tuttavia non cessa di essere una «memoria dimenticata» (Roncato, Zucco 1993: 120) entro una letteratura psicologica ancora troppo concentrata su immagini e suoni – rispetto alle altre memorie sensoriali: la sua persistenza, la sua tonalità edonistica, il suo legame con il contesto percettivo e poi ancora l’invadenza degli odori, cioè la loro tendenza a imporsi anche a prescindere dalla nostra attenzione volontaria. Non a caso, Kant definiva l’olfatto il senso «contrario alla libertà », visto che – ci piaccia o no – siamo costretti ad annusare olezzi di ogni genere. Mentre affievolisce i ricordi visivi e verbali, il passare del tempo non sembra incidere sugli stimoli olfattivi: la speciale codifica olistica (non isolata dal contesto della sensazione d’origine) e la caratteristica multisensorialità rende infatti particolarmente resistenti all’oblio questi stimoli, che pure vengono immagazzinati in una forma per lo più accidentale e irriflessa.
Un ricordo olfattivo non è mai puramente olfattivo, perché un odore percepito viene memorizzato unitamente al contesto sensoriale ed emozionale in cui è stato esperito. Evocarlo significa pertanto associarlo a una sensazione e rivivere la situazione in cui quel determinato aroma ci ha impressionati. Oggi sappiamo che un ricordo associato a un profumo può, a sua volta, attivare le regioni del cervello sensibili agli odori.
Ad alcuni soggetti è stato chiesto di creare storie o di stabilire comunque legami tra una serie di fotografie raffiguranti oggetti vari e una serie di odori diversi, percepiti contemporaneamente all’osservazione delle foto. La successiva esibizione delle medesime foto, senza la simultanea diffusione degli odori, riattivava la corteccia olfattiva (corteccia piriforme). Questo dato induce a supporre che un ricordo episodico e attraversato da una suggestione multisensoriale (odori, suoni, immagini) non venga immagazzinato in un unico centro cerebrale (l’ippocampo), ma sia distribuito tra aree differenti, così da essere risvegliato anche da un unico canale sensoriale: un meccanismo siffatto potrebbe rendere più flessibile il recupero dei ricordi (Gottfried et al. 2004).