La transizione dalla divinità all'arte
Se la logica della transizione dalla divinità all'arte non è immediatamente evidente, questa è la misura del discredito nella quale le arti sono cadute così tanto che una loro menzione nel contesto di una illuminazione spirituale dell'umanità può sembrare ormai strano.
Nondimeno ciò che ora noi chiamiamo arti, sono importanti, supremamente importanti, poiché esse sono, o possono essere, il raggiungimento delle verità immaginative che altrimenti l'uomo non può conoscere.
Ovviamente le arti ed i prodotti di differenti culture sono esse stesse differenti in contenuto, stile e tradizione, come divise l'una dall'altra sono le diverse razze della Terra.
Anche se sicuramente queste differenze sono importanti, esse sono i dialetti di un medesimo linguaggio dello spirito.
Per Eraclito, la parola è comune a tutti e la saggezza è conoscere il volere da quale tutte le cose sono emanate, così io sono convinto che esiste nell'universo umano un discorso che trascendente le differenze e le lingue. Anche i lavori delle ere o civiltà remote dalla nostra come la preistoria, della quale noi possiamo avere solo una ristretta conoscenza, ci parlano direttamente, più direttamente di quei lavori del nostro tempo prodotti dall'immaginazione. L'Immaginazione è eterna, la moda no.
Se comprendiamo questa affermazione capiremo come le arti, i prodotti della visione, siano il vero cibo della nostra umanità , dei quali, come Gesù Cristo ricorda, la parola di Dio, le parole ed i suoni attraverso tempo e spazio, culture e medium, sono il linguaggio vivente dell'Immaginazione.
Â