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Ottava lezione profumo |
Religiosità e profumi |
Profumi antichi |
Cromoterapia |
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Il profumo non è un bene comune; oltre ad essere una percezione personale è anche una risposta individuale. Chi annusa, assapora a modo proprio e chi emana, odora in modo del tutto unico.
È indiscutibile che lo stesso prodotto di profumeria assuma connotazione diversa a seconda dell’epidermide sulla quale viene utilizzato.
L’odore stesso del corpo è intimo ed individuale, ma riconoscibile e quindi soggetto ad essere ricordato. È frutto e voce delle nostre emozioni: esprime il nostro disagio, l’essere nervosi, eccitati, felici. Comunica il nostro stato d’animo, alle volte è addirittura impercettibile ma comunque avvertito: come la paura, che per quanto celata non sfugge al cane a noi vicino.
Il profumo e gli odori ci portano alla conoscenza delle cose. L’odore si percepisce attraverso il primo ed ultimo segno di vita: il respiro.
Si inala, si respira. Si “sente”.
È un senso speciale quello dell’olfatto, realmente privilegiato.
È la porta di accesso ad aromi e fragranze, alle amabili o alle ripugnanti esalazioni, all’aria che si muove e porta con sé delicato o spregevole effluvio. Il richiamo sensoriale del profumo è precisamente realizzato nel romanzo, di corposa bellezza, scritto da Proust “ Alla Ricerca del Tempo Perduto”.
Il profumo dolce, memoria di infanzia, delle “madeleines” (morbidi dolcetti, rigonfi da un lato, ma piatti e scanalati dall’altro, come conchiglie) riporta alla mente dell’autore un indistinto ricordo che si flette ed increspa come onda del passato, destinata ad dischiudersi a ventaglio sulla spiaggia, chiara e spumosa. Inizia così la “Recherche” del tempo perduto, il ritorno alla memoria.
Religiosità e profumi
Nella Bibbia è più volte citato il sottile e nascosto mondo del profumo: è elargizione profonda e completa all’amore di Dio. Attraverso l’emanazione del nardo profumato versato sui piedi di Cristo, Maddalena, sorella di Lazzaro, professa devozione assoluta.
L’esalare profumo assume in tale metodologia antropologica e teologica un valore diverso: Dio distinguerà attraverso il “profumo di Cristo” quelli che si salveranno e quelli che si perderanno.
Il profumo è prezioso messaggio di amore e di maggiore approvazione, non a caso i Re Magi assieme all’oro portano in dono al Nuovo Nato due essenze odorose: incenso e mirra.
I l riferimento al profumo assume qualità profonda, che va oltre la percezione sensoriale e così il giusto muore “in odore di santità”. In molte religioni antiche il profumo ha avuto un ruolo speciale. Pensiamo all’India, terra natale di fiori dalle note intense, come il gelsomino, di legni e spezie odorose. Qui il profumo sin dall’antichità è stato messaggio divino, via di purificazione, di avvicinamento al mondo delle divinità.
Tutto un inventario di “essenze della fede” faceva da legame ai riti religiosi, di cui massima manifestazione si aveva nella liturgia votiva e nei riti nuziali. Si bruciano gli incensi, si respira il soffio divino.
Il profumo aveva un ingente valore, spirituale ed economico. La propria influenza è trasversale, tanto simile agli dei quanto al potere dell’uomo.
Chi preparava profumi ed estraeva essenze faceva parte di una casta elevata. Ai tempi, infatti, il profumo aveva più valore dell’oro, secondo un procedimento del tutto esule dalla logica della domanda e dell’offerta: il profumo, bene superiore, è come voce di Dio. Il profumo è seduzione preparata silenziosamente, “chi domina gli odori domina il cuore degli uomini”, è nell’odore di ognuno di noi che si nasconde l’essenza personale, ed in ogni profumo esiste un potere di persuasione e di conquista. In Italia la tradizione dei maestri profumieri è annosa.
Profumi antichi
Pochi anni fa nel sito archeologico della arcaica Pompei, tra ricostruzioni domestiche e di vita quotidiana, fu riaperta la bottega artigiana del profumiere, nella quale è stata riproposta la creazione di delicate fragranze formulate al tempo, a base di fiori e foglie di basilico e di rosmarino. I monaci di Capri, che vagliarono nel corso degli anni centinaia di specie di fiori, hanno offerto alla attuale casa di profumi dell’isola, le ricette e le formule delle gradevoli profumazioni note in tutto il mondo. Non da meno sono le creazioni dei maestri fiorentini, dalle cui ampolle esalano fedeli e stupefacenti profumi, dalla semplice lavanda e alla sensuale passiflora, a nuovi e ingegnosi bouquet, che per i più fortunati possono essere personalizzati, formulati a loro immagine e somiglianza. Chi predilige un profumo lo fa in relazione al proprio gusto, ma soprattutto a seconda della disposizione e alla sua condizione fisica. Sulla scelta del profumo influiscono, con tutto ciò, anche altri fattori, alcuni endogeni come la nostra età, lo stato emozionale, il carattere introverso od estroverso, e la condizione biologica ed altri frutto di stimoli esterni, del tutto eterogenei. Il bisogno di affetto ed una taciuta insicurezza si riscontrano nelle persone che ricorrono a traboccanti dosi di profumo, in chi dietro di sé, anche inconsapevolmente, lascia o vuole lasciare una traccia, che sembra dire: “Ricordati di me”. Queste maniere ben note all’industria odierna, hanno determinato la divisione mirata delle profumazioni per fasce di età e di diversificazione sociale. I nuovi profumi rispondono puntuali anche alle più ossessive esigenze di vita quotidiana, al fine di rendere la vendita del prodotto continua e incessante, in linea alle collezioni di abbigliamento.
Profumi e stati d'animo
Esistono i profumi stagionali, quelli legati alla zona climatica in cui verranno messi in commercio. I profumi vengono incontro alle necessità di tutti i giorni, molti sfruttano le proprietà tranquillizzanti, rasserenanti e distensive , ma anche quelle energizzanti, eccitanti riconosciute alle piante relative, le essenze vengono immesse sul mercato in modo da essere in perfetta sintonia con il nostro stato d’animo: ad ogni temperamento, umore un aroma. Questa forte impostazione commerciale, più frutto di
sapienti opere di marketing che di consolidata tradizione, rende ovviamente meno libera la scelta del profumo, condizionata dal marchio sponsorizzante, dalla suggestione che il messaggio pubblicitario lancia, con immagini e suoni (e non perché la fragranza venga trasmessa via etere!).
Da recenti studi è emerso che nell’indossare un profumo l’utilizzatore cerca di ottenere per se stesso la stessa sorta di realizzazione che trova nello scegliere i vestiti. Per sfruttare questa tendenza molte case produttrici hanno, contro ogni uso passato, perfezionato profumazioni dall’aspetto inconsueto: il prezioso liquido non più dorato, ha assunto colori sgargianti: rosa, blu notte, verde mare. Si potrebbe parlare di aromi del carattere, infatti oltre all’aromaterapia, possiamo seguire anche la cromoterapia una indicazione del nostro stato di salute tramite la scelta e l’utilizzo dei colori essi infatti ci sono collegati addosso con un sottile ma resistente filo che unisce l’anima all’intenzione.
Come il desiderio di molti, forse di tutti, di essere e di lasciare una impronta, che vada oltre quanto di noi affiora dalle parole dette, dalle apparenze mostrate. Restare mediante un ricordo speciale e soprattutto profumato.
Cromoterapia
La luce che contiene tutte le lunghezze d’onda della radiazione visibile appare generalmente bianca.; essa entrando nell’occhio crea una sensazione visiva. La radiazione visibile fa parte del campo delle onde elettromagnetiche. Il campo delle lunghezze d’onda della luce è compreso fra 380 e 780 nm (nanometri). Ciascuna lunghezza d’onda della radiazione visibile viene percepita dall’occhio sotto forma di un determinato colore dello spettro. La successione di questi colori corrisponde a quella dell’arcobaleno.
Tutta la materia, corpo umano compreso, è composta di atomi o campi atomici, che vibrano secondo determinate lunghezze d’onda.
L’effetto terapeutico del colore sull’organismo umano è legato alla natura oscillatoria delle nostre cellule: il malessere o la malattia, infatti, non sono altro che una disarmonia del ritmo vibratorio cellulare su cui i colori hanno potere equilibrante (le frequenze dei colori interagiscono con le vibrazioni del nostro organismo rimettendo in equilibrio nel caso di malattie o malesseri).
Dal punto di vista terapeutico (trattamento di disturbi relativi al nostro organismo), la cromoterapia è considerata una “terapia dolce” in quanto non è invasiva, generalmente non presenta particolari effetti collaterali e fornisce immediatamente un effetto benefico a chi si sottopone ad un trattamento, senza crearne dipendenza.
Con poche eccezioni la cromoterapia può essere utile a tutti, anche a livello preventivo. Infatti, vi sono particolari trattamenti che servono a dare la “messa a punto” individuale, in modo da rendersi più vigorosi e organizzati per affrontare i disagi quotidiani.
La cromoterapia può essere applicata da sola oppure come potenziamento delle altre cure, essendo un “catalizzatore” formidabile per stimolare processi naturali di autoguarigione.
Le persone che soffrono a livello fisico o psicologico possono associare con profitto la cromoterapia a qualsiasi cura (allopatica, omeopatica, fisioterapica, riflessologica, ecc.) perché essa stimola lo smaltimento naturale delle tossine mobilitate dai principi attivi dei prodotti, pulendo e proteggendo tutto l’organismo.
Ogni applicazione può essere vista a sé stante, quindi anche una sola volta ogni tanto può fornire un buon giovamento, ovviamente però i risultati migliori si ottengono con una serie di sedute: prima settimanali, poi mensili, infine si hanno i tipici “richiami” ai cambi stagionali.
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