In un universo in cui è reale solo ciò che è tangibile, materiale e misurabile, tutte le forme di fenomeni religiosi e mistici sembrano essere dei prodotti della superstizione, che rimandano a ignoranza, irrazionalità, tendenza verso un pensiero primitivo magico.
Lo stregone ha successo per la stessa ragione
Ciascuno paziente porta il suo dottore dentro di sé.
Vengono da noi senza conoscere questa verità.
Noi diamo il nostro meglio quando offriamo al dottore
Che risiede dentro ciascun paziente
L’opportunità di lavorare.
Albert Schweitzer; Medico tedesco, teologo, filosofo, musicista
LA RIVOLUZIONE DELLE PIANTE PSICOATTIVE
I semi, gli alberi, le foglie, i rampicanti, i cactus e i funghi da cui le società tribali sapevano ottenere sostanze allucinogene erano moltissime: Non c’è dubbio che le sostanze psicoattive hanno avuto, e continueranno ad avere, profondi effetti sullo sviluppo della percezione e delle strutture di valori umani, e stanno probabilmente all’origine del profondissimo e forte desiderio umano di trovare risposta agli interrogativi religiosi e artistici all’interno di se stessi.
L’archeologia ha dimostrato che gli esseri umani ampliano la propria coscienza con le sostanze psichedeliche da almeno 40-50.000 anni, soprattutto nell’arte della cura e della guarigione.
Il guaritore nell’antichità assumeva un ruolo centrale: era infatti considerato un mediatore tra il nostro mondo e il mondo superiore delle forze spirituali; ed era allo stesso tempo anche un terapeuta e un esperto delle piante curative, delle piante tossiche e delle piante psicotrope (usate per stimolare spiriti religiosi o, in termini moderni, per pervenire a stati alterati di coscienza)
L'etnologia botanica consiste nello studio degli impieghi di piante indigene da parte dei nativi, o in termini più ampi, nello studio delle interconnessioni fra esseri umani e piante.
Fin dall'inizio della cultura, infatti, ogni popolazione ha impiegato specie vegetali nella cura delle malattie ed ha maturato conoscenze relative a queste diverse specie vegetali, profondamente insediate peraltro nelle culture autoctone, fino a compenetrare molti aspetti della vita quotidiana. Inoltre, in numerose popolazioni che sono radicate negli stili di vita tradizionali, la medicina è spesso associata alla religione ed esiste un abbinamento tra il guaritore tradizionale e lo sciamano, la persona cioè capace di utilizzare piante con proprietà "particolari", impiegate per "ridestare gli spiriti" o per raggiungere stati alterati di coscienza.
Le piante medicinali ottengono così un ruolo curativo ed allo stesso tempo rituale e sono considerate veri e propri esseri viventi e/o con poteri straordinari. Per questo motivo, gran parte delle ricerche etnobotaniche si rapportano anche allo studio delle tradizioni culturali e religiose caratteristiche di un popolo, poiché spesso le piante sono parte basilare della cosmogonia tradizionale.
Ê inoltre da evidenziare come spesso le esperienze e le pratiche nell'utilizzo delle piante medicinali sviluppino spesso caratteristiche speciali: sotto forma di proprietà gelosamente custodite e tramandate dai guaritori, sacerdoti e/o altri esperti.
Essi erano ottimi conoscitori delle specie medicinali e univano le loro conoscenze fitoterapiche e tossicologiche con ritualità delle credenze religiose o del mondo del simbolismo fantastico degli incantesimi .
LA CULTURA SCIAMANICA
La cultura sciamanica è molto antica, e nel suo sistema medico tradizionale, le piante psicoattive assumono un ruolo essenziale, poiché sono viste come intermediarie tra ciò che è umano e ciò che è
Soprannaturale; gli sciamani associano l'azione di queste piante con una spersonalizzazione che li fa entrare nel soprannaturale o con una semplice ma radicale dissociazione del corpo dallo spirito. Questo rappresentazione non è inusuale ed è stata comprovata spesso anche in moltissime altre culture.
E probabile che la proprietà sostanziale di queste piante, cioè l'alterazione dell'abituale stato di coscienza, abbia permesso di considerarle speciali, divine o sacre, ed appropriate per l'uso in celebrazioni religiose e curative. Le intenzioni dei rituali focalizzati intorno alle specie psicoattive sono den definite.
Le pratiche sacramentali implicano l'intenzione di comandare un contatto con il sacro per produrre uno stato di estasi. Si effettuano rituali divinatori per permettere allo sciamano di trovare i punti di partenza delle malattie ed i rimedi per la loro cura o per individuare un oggetto o una persona scomparsi.
Infine, nell’ambiente della magia e della stregoneria, si effettuano cerimonie rituali allo scopo di infliggere danneggiamenti ai nemici, rituali di purificazione ed esorcismi che coinvolgono quasi sempre l'impiego di piante psicoattive.
La maggior parte delle malattie, sono provocate da uno squilibrio nel rapporto naturale fra uomo e natura che deve essere ripristinato. Ma la malattia può essere provocata ugualmente da eventi soprannaturali.
Ogni pianta, ogni montagna, i laghi, i fiumi sono originati da un ordine e da un’armonia naturale, ma sono anche dotati di uno spirito che può provocare un disordine nell'equilibrio e quindi infermità nell'uomo; le anime di morti o i malefici operati da stregoni possono inoltre causare infermità sia fisiche che psichiche. Le stesse piante medicinali curano perché possiedono un proprio spirito, una qualità che combatte gli influssi negativi causati da entità avverse.
L'OMBRA E I MALEFICI
Fra le maggiori cause delle patologie presenti in questo complesso sistema di credenze vanno annoverate in particolare un trauma e un maleficio indotto e influenzato dai nemici.
Il primo il trauma, è provocato da un forte spavento, per non aver rispettato, volontariamente od anche involontariamente, gli obblighi associati alla presenza degli spiriti; questa situazione si materializza nella perdita della propria ombra, considerata la sede dell'anima che degenera in una grave sindrome psicosomatica, che può condurre alla morte.
L'allontanamento dell'ombra dal corpo, che è in un secondo tempo catturata da entità negative, si manifesta con disturbi mentali, insonnia, anoressia, abulia, irritabilità, perdita di peso, febbre, afasia, debilitazione organica, paralisi.
Il maleficio o malocchio è costituito da una sintomatologia più complessa causata da forze soprannaturali e si trasmette attraverso l'aria o in qualche altra forma di contagio. Esistono patologie da influsso (freddo) e influsso (caldo) che possono condurre a patologie a carico delle vie aeree, reumatismo, paralisi facciale, disordini digestivi, epilessia, blenorragia.
In questo quadro di credenze è dunque possibile solo l'impiego di piante che rientrino nella capacità di comprensione e/o di conoscenza dello sciamano. Perciò riti ancestrali accompagnano tutte le fasi
della terapia, dalla raccolta della pianta, alla preparazione delle forme medicamentose, alla loro somministrazione.
Ad esempio, prima di raccogliere le specie medicinali, il guaritore deve propiziare il loro spirito, attraverso l'offerta rituale di aromi, di cibi o di altri doni ben accetti.
La diagnosi e la somministrazione delle piante medicinali avviene durante un rito magico-terapeutico, attraverso il consumo di specie allucinogene in cui il curandero, sciamano raggiunge la trance sciamanica, effettua la diagnosi, vede la causa delle malattie e prescrive il rimedio vegetale.
Dal punto di vista generale, la stregoneria sarebbe stato un modo per trasgredire, concretamente o simbolicamente, i tabù di una scienza e di abitudini collettive opprimenti e per sfogare l’istinto combattivo personale in modi altrimenti non accettati socialmente. Questi tabù erano la dissociazione dal corpo, il volo, la trasformazione in animali, la subordinazione al diavolo, la rappresentazione di atti di obiezione coscienti e volontari condivisi da qualche consorteria, la promiscuità sessuale e gli atti di bestialismo.
SCIAMANI E STREGONERIA
Nelle confessioni delle streghe si è vista anche la concretizzazione delle convinzioni, delle emozioni e delle paure degli inquisitori derivate dalla società dell’epoca.
Scrive C. GINZBURG:
“Attraverso il simbolismo del sabba essa formulava i propri valori in negativo. L’oscurità che avvolgeva i convegni delle streghe e degli stregoni esprimeva un’esaltazione della luce; l’esplosione della sessualità femminile nelle orge diaboliche, un’esortazione alla castità; le metamorfosi animalesche, un confine fermamente tracciato tra il ferino e l’umano” .
Alcuni studiosi scorgono nella stregoneria la sopravvivenza di antiche usanze pagane precristiane, profondamente inserite nel folclore.
Secondo altri autori le ritualità della stregoneria sarebbero derivate dallo sciamanismo preistorico nord-europeo secondo una successione storica e culturale, e sarebbero in finale l’espressione di una cultura sciamanica, con caratteristiche mitiche e simboliche. Si è così suggerito che le streghe forse praticassero una sorta di “religione sciamanica” arcaica basata su esperienze estatiche mantenutasi nel tempo, soprattutto in aree culturalmente separate come i Paesi Baschi. Gli elementi fondamentali su cui si basa questa spiegazione (validi sia per lo sciamano tradizionale che per la strega) sono rappresentati dalla capacità di intercedere tra spazio umano e spazio soprannaturale, dalla opportunità di volare e cambiare forma, dall’intervento di uno spirito animale (come guida, intercessore o assistente) e dalla intima conoscenza del mondo vegetale e animale.
L’elemento più distintivo è sicuramente il cosiddetto “volo magico”, da interpretare appunto come “volo sciamanico”, “volo dell’anima”, attraverso diversi stati di coscienza. Il peculiare animale compagno della strega era il rospo, principalmente con funzione di assistente; le streghe (come alcuni sciamani) potevano tramutarsi in rospo (ma anche in altri animali), realizzando così una consustanzialità sciamano-strega-animale. Non è stato ancora spiegato precisamente il modo in cui questi segni sciamanici siano penetrati nel complesso della stregoneria. E comunque possibile che essi si diffondessero all’interno delle manifestazioni popolari magico-religiose dell’Europa Occidentale, risolvendosi in forme simboliche per mezzo di elementi culturali e cultuali barbarici, pagani (come quelli delle culture basate sull’arte venatoria), in cui l’elemento sciamanico aveva una certa rilevanza.
MALATTIA MORTE E RINASCITA
Secondo l’interpretazione farmacologica, le droghe avrebbero ben potuto concorrere alle esperienze psichiche provate dalle streghe, attraverso la sollecitazione della fantasia, comunque in parte già predisposta dalla tradizione orale. Tenendo conto della ampia comprensione che le streghe avevano delle piante, soprattutto di quelle psicoattive (allucinogene), è possibile che questo elemento abbia cooperato a definire il fenomeno della stregoneria. D’altra parte, l’uso di preparati psicoattivi rappresenterebbe un collegamento realistico alla credenza nel volo magico e nella capacità di tramutarsi in animali.
Scrive ancora GINZBURG:
“[…] Nel sabba i giudici videro sempre più spesso il resoconto di eventi fisici, reali. Per molto tempo le uniche voci discordi furono quelle di chi […] vedeva nelle streghe e negli stregoni le vittime di illusioni demoniache. Nel ‘500 scienziati come Cardano o Della Porta formularono
un parere diverso: trasformazioni in animali, voli, apparizioni del diavolo erano l’effetto della denutrizione o dell’uso di sostanze allucinatorie contenute in decotti vegetali o unguenti […]. Ma nessuna forma di privazione, nessuna sostanza, nessuna tecnica estatica può sollecitare, da sola, il ripresentarsi di esperienze così complesse. Contro ogni determinismo biologico bisogna ribadire che la chiave di questa ripetizione codificata può essere soltanto culturale. Tuttavia, l’assunzione deliberata di sostanze psicotrope o allucinatorie, pur non spiegando l’estasi delle seguaci della dea notturna, dei lupi mannari e così via, le situerebbe in una dimensione non esclusivamente mitica”.
I viaggi visionari degli sciamani non sono sempre felici e gioiosi, spesso anzi sono cupi e angoscianti, sottomettendosi a sofferenze emotive e fisiche in un’esperienza confinante in una esperienza di morte e rinascita.
“Sei disposto a essere cancellato con un colpo di spuhna, raschiato, obliterato, reso nulla?
Sei disposto a essere ridotto a nulla? Immerso nell’oblio?
Se no, non cambierai mai veramente.”
D. H. Lawrence, Phoenix (La fenice)
Un fatto è avere esperienze straordinarie, un'altro è portare a compimento un processo interiore e restare fedeli alle proprie scelte ed esperienze vissute.
Gli stati alterati della coscienza sono caratterizzati da una forte trasformazione percettiva in tutte le aree sensoriali. Quando vengono chiusi gli occhi il campo visivo può essere invaso da immagini provenienti dalla nostra storia personale, dall’inconscio individuale e collettivo. Si possono avere visioni ed esperienze che ritraggono svariati aspetti del regno animale e vegetale, della natura o del cosmo. Le nostre esperienze ci possono portare nei reami della mitologia e degli esseri archetipici. Le emozioni che si sperimentano durante gli stati psichedelici coprono uno spettro che si estende ben oltre i confini delle comuni esperienze. Includono sensazioni di rapimento estatico, beatitudine suprema, ma anche di terrore abissale, rabbia omicida, disperazione totale, sensi di colpa e altre forme di sofferenza emotiva inimmaginabili. Le espressioni estreme di tali stati emotivi coincidono con le descrizioni dei regni paradisiaci o infernali che si trovano nei libri sacri delle grandi religioni del mondo. L’intelletto non è indebolito, ma funziona in maniera profondamente diversa dal solito. Se da un lato può succedere che non siamo più in grado di fidarci dei nostri giudizi per quanto riguarda le vicende del quotidiano, dall’altro può capitare di essere letteralmente travolti da informazioni del tutto valide in svariati campi. Riusciamo a portare alla luce profonde intuizioni sulla nostra storia, su dinamiche inconsce, su difficoltà emotive e su problemi interpersonali. Possiamo anche sperimentare rivelazioni straordinarie su vari aspetti della natura e del cosmo che vanno ben oltre la nostra formazione scolastica e intellettuale.
L’Iperico ( qui il LINK)e le piante di San Giovanni ovvero le piante che avvicinano alle esperienze straordinarie
FUNGHI un articolo sulle proprietà psicoattive di questi organismi (qui LINK)
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