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Il Labirinto a Venaria Reale |
IL LABIRINTO DI CNOSSO |
IL GIARDINO LABIRINTO |
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"Un labirinto è una cosa fatta apposta per confondere gli uomini". Jorge Luis Borghes
Giardini della reggia di Venaria Reale
Ogni domenica di settembre dalle 11 alle 19
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I labirinti di Harry Potter duecentottantamila girasoli alla Venaria
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Perdersi nei meandri di un labirinto, tra gli steli di migliaia di girasoli, senza alcun riferimento che aiuti a trovare la via d'uscita eccetto l'elegante sagoma di una reggia che si staglia all'orizzonte. I giardini della Venaria Reale offrono ai visitatori due nuove attrazioni: il «Labirinto di Cnosso» con un itinerario interno di due chilometri tra andata e ritorno e il «Labirinto a perdersi», quasi cinquecento metri di tragitto ispirati agli intricati grovigli del celebre dedalo di Harry Potter. Meno cupo, è ovvio.
D'altronde una marea di girasoli d'estate è per forza un'altra cosa rispetto all'intrico della vegetazione di un inverno britannico. Un tempo occasione di divertimento per sovrani e cortigiani, i labirinti ornavano i parchi delle principali residenze di corte; non faceva eccezione la Venaria con un dedalo edificato all'estremità occidentale dei giardini nella zona cosiddetta dei Quadrati, verso il fiume Ceronda. Ed è proprio in prossimità della sede dello storico labirinto oggi in attesa di essere recuperato e riproposto al pubblico che sono stati realizzati i due grandi percorsi di girasoli, «costruiti» grazie alla semina di duecentottantamila piante tra le quali, una volta cresciute, sono stati ritagliati e sagomati i due percorsi.
Varie attività parallele, comprese nel costo del biglietto d'ingresso ai giardini, saranno proposte ai visitatori: ogni domenica dalle 11 alle 19 i servizi educativi organizzeranno giochi di logica e matematica; mentre le domeniche di luglio (oggi e il 27) e di settembre (dalle 15 alle 18.30) andranno in scena Il labirinto dell'Accademia dei Folli; spettacolo per due attori e tre musicisti ispirato alle Metamorfosi di Ovidio e a Il Minotauro di Dürrenmatt, e la narrazione Labirintiade curata dai Compagni di Viaggio, in cui quattro personaggi raccontano, tra toni comici e drammatici, quattro diverse esperienze di labirinto.
Giardini della reggia di Venaria Reale
Ogni domenica dalle 11 alle 19, accesso compreso nel prezzo del biglietto d'ingresso ai giardini. Info 011/4992333, www.lavenaria.it
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Si pensi che i mandala hanno spesso forma labirintica, ma se è vera l'ipotesi che fa risalire questi disegni geometrici a sfondo sacrale ai mudra, cioè ai gesti e ai movimenti (per esempio quelli delle cerimonie rituali), lo stesso ragionamento può essere valido per il labirinto e i suoi meandri da percorrere in processione nelle grandi feste stagionali (anche danzando imitando il passo delle gru) e nel riti di passaggio.
Fino a pochi anni fa era facile vedere ancora disegnati labirinti semplici nel cortili e nelle piazze di ogni paese per il gioco dei bambini chiamato "mondo" per il quale si usa una pietra piatta e un'andatura saltellante, su un piede solo.
Gli scopi del labirinto, sia esso raffigurato su un pavimento a mosaico o su un soffitto o eretto in muri di mattoni o in siepi di giardino, non sono quelli di proporre un quiz né una gara di abilità . Comunque, ricorda Santarcangeli:"chi attraversa il labirinto, deve passare per gli intrichi e gli inganni dell'oscurità per vincere la morte: così come gli Ebrei fecero per 'sette' giorni il giro delle mura di Gerico, così come gli Achei assediarono Troia per 'sette' anni. I rigiri delle viscere e le linee tracciate sul fegato sono uno specchio microcosmico del corso delle costellazioni celesti. Tale corso cosmico fu riprodotto nella 'danza', trasponendo nella categoria del tempo la rappresentazione spaziale. Giace nelle profondità la rappresentazione misterica dei grande alvo materno e del labirinto in cui dovrà vagare l'uomo esposto all'impegno della vita". Grazie a questi chiarimenti è più facile comprendere perché i labirinti sui pavimenti delle cattedrali francesi venivano chiamati chemins de Jerusalem ed erano percorsi in ginocchio dal fedeli a commemorazione del calvario.
Al labirinto di Cnosso sull'isola di Creta è strettamente legata la leggenda o, meglio, l'allegoria del Minotauro, l'essere dal corpo umano e dalla testa taurina nato dal connubio bestiale di Pasifae, moglie di Minosse, con un magnifico toro bianco inviato da Poseidone. Una variante propone che il "mostro" si chiamasse Taurominos e avesse testa d'uomo e corpo taurino; in ogni caso,"galeotto" del connubio contro natura fu Dedalo, fabbricando una forma lignea di giovenca in cui si nascose la regina. A Dedalo sarebbe poi toccato costruire il labirinto per imprigionare il Minotauro, al quale Minosse ogni "nove" anni sacrificava "sette" ragazzi e "sette" vergini, fatti mandare come tributo da Atene da lui vinta in battaglia.
A questo punto si inserisce Teseo l'eroe solare per tanti versi simile ad Eracle e a Gilgamesh, presunto figlio di Egeo ma in realtà progenie di Poseidone. Teseo, che già aveva vinto il toro di Maratona (e si veda quanto già detto a proposito di Mitra), si unisce agli altri 13 ostaggi e va a Creta. Un sogno l'avverte che dovrà invocare l'aiuto della dea dell'amore e il presagio diventa chiaro quando Arianna Glaucopide (anch'ella con lo stesso attributo di Atena, nata dalla testa di Zeus) si invaghisce di lui e gli dà il gomitolo (o il fuso) da stotolare all'interno del labirinto per ritrovare la via d'uscita, nel caso fosse riuscito a vincere il Minotauro.
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IL GIARDINO LABIRINTO
Quando noi percorriamo i viali armoniosi e ordinati di un giardino costruito secondo i dettami della sapienza antichissima della costruzione dei Labirinti, ne ritraiamo una indimenticabile sensazione di pace, di serenità , di equilibrio, e al tempo stesso avvertiamo una indefinibile atmosfera di sospensione e di attesa che, nel caso del labirinto vegetale, evoca talvolta la dimensione del numinoso, ma anche, al limite, del pauroso e del "tremendum".
Il fatto è che esiste una geometria sacra che è fatta di matematica esoterica, di proporzioni perfette e misteriose: la sezione aurea, i numeri di Fibonacci. Una matematica che è già presente nella natura stessa (la sequenza di Fibonacci, ad esempio, è sempre presente nella spirale di nuove foglie che sbocciano lungo il fusto di una determinata pianta) e che il giardino-labirinto evoca e riproduce con puntigliosa precisione. Chi ignora il segreto della sezione aurea, ad esempio, percepisce vagamente il senso di pienezza e di equilibrio che da essa mirabilmente si sprigiona; ma solo l'iniziato, il giardiniere-sacerdote, ne conosce l'esatta origine, il significato e le correlazioni a livello botanico, astronomico e astrologico. Non si tratta di perseguire criteri genericamente estetici; ogni essenza vegetale ha il suo preciso scopo esoterico e propiziatorio; ogni allineamento astrale ha la sua valenza magico - simbolica; ogni fase zodiacale evoca o respinge determinati influssi e determinate forze celesti.
La psicologia moderna, soprattutto junghiana, ha riscoperto questa antica forma di sapienza sotto la forma dell'inconscio collettivo. Il labirinto, allora, non è un semplice gioco della fantasia ma un potente archetipo, un simbolo ancestrale radicato in una verità primordiale che sfida qualsiasi evoluzionismo biologico e qualsiasi riduzionismo materialistico. Il Labirinto torna così ad essere per noi moderni, come lo era per gli antichi, il simbolo di un lungo e difficile cammino d'iniziazione, di una ricerca inesausta del "centro" (l'asse cosmico che non è un luogo materiale ma corrisponde a una sacra geografia interiore). Un vero e proprio "mandala" rimasto volutamente aperto, incompiuto.
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