Indice |
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Settima Lezione/2 |
La Calcinazione |
Diversi tipi di Olio |
Elaborazione magnetica ed energetica |
Impiego degli Oleoliti |
Le zone energetiche e gli Oleoliti |
Tutte le pagine |
Preparazione di un Oleolito
Per fare un oleolito, una volta raccolta la parte che interessa della pianta, la si mette dentro un recipiente che potrebbe anche essere di vetro,
in modo che quando lo si espone ai raggi del sole possa percepire anche la luminosità e non solo le sostanze chimiche contenute.Colte le parti della pianta che in quel momento interessano, si aggiunge l'olio alla pianta (con proporzioni variabili dal 30% al 45% di presenza della pianta) in un vaso chiuso ermeticamente, avendo cura che il livello dell'olio copra completamente la pianta e che vi sia un piccolo spazio per l'aria tra l'olio e il tappo. Il vaso di vetro con la sua miscela, viene esposto alla radiazione solare per la durata di una lunazione completa  avendo cura di ritirare il vaso durante la notte, per tenerlo lontano dai raggi lunari che sono sterilizzanti.
Dopo 28 giorni, l'olio viene filtrato dai residui della pianta i quali vanno torchiati a fondo, fino quasi a secchezza per quanto lo consente il residuo di olio, vengono posti in un recipiente di ghisa, messo a fuoco diretto e bruciato fino a che non si arrivi a cenere, il cui colore finale dipenderà dal contenuto dei minerali nella pianta.
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La Calcinazione
Le ceneri ancora bollenti si aggiungono poi all'olio, rimestando vigorosamente, e poi si lascia decantare per alcune settimane (di solito una lunazione). Man mano che i sali si depositano sul fondo del vaso l'olio acquista una trasparenza cristallina e si "mineralizza con i sali liposolubili. Ciò che si deposita sul fondo non va eliminato anche se all'apparenza è una melma di cenere e olio perché presenta molto spesso qualità che vanno al di là degli oli stessi.
Diversi tipi di Olio
Il tipo di olio impiegato può essere di per se importante:
L'olio di ricino (saturno )
Proprietà : Cheratoplastiche, Cicatrizzanti, Emollienti, Nutrienti, Protettive, Vitaminizzanti, Veicolanti.
Vediamo che gli Antichi Egizi utilizzavano principalmente l'olio di ricino spremuto a freddo. Però non esclusivamente. Usavano anche altri tipi di oli. Oltre all'olio di oliva impiegato largamente dai Romani, uno degli oli tra quelli che maggiormente sono attivi sul piano energetico e anche utili dal punto di vista terapeutico per fare massaggi, ecc., è l'olio di mandorle.
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L'olio di mandorle dolci (mercurio)
Proprietà : Emollienti, Nutrienti, Protettive, Vitaminizzanti, Veicolanti.
Infatti molto spesso per assicurarsi l'effetto più intenso che si estrae la pianta con l'olio di ricino, ma per poterlo utilizzare al meglio per fare massaggi, dato che un oleolito spagirico è estremamente concentrato, lo si può diluire in una certa percentuale in olio di mandorle, in modo da poter meglio essere dosato  su  grandi superfici e da favorire l'effetto elettromagnetico rispetto quello biochimico.
Infatti un oleolito di per sé non sarebbe da utilizzare su grandi superfici del corpo, ma su piccole aree riflesse (i punti di agopuntura).
Elaborazione magnetica ed energetica
La lavorazione generalmente si tende a farla con l'olio di ricino, però per esempio per le piante solari si può usare benissimo olio di oliva spremuto a freddo, per le piante mercuriali olio di mandorle e così via. Quasi da tutti i semi si può ricavare olio.
Abbiamo visto come il vaso viene esposto ai raggi solari per almeno una lunazione. Poi, prima di ritirarlo per una lunazione di riposo, per fermare il preparato lo si può esporre ai raggi lunari. In questo modo si impedisce la putrefazione e il formarsi di eventuali muffe.
Arrivati al culmine lunare, non si espone mai ai raggi lunari, in modo che non sia colpito dai raggi della Luna Calante. Questa operazione che abbiamo raccontato si compie in luna crescente e possibilmente quasi piena. Alla fine del ciclo di lunazione, si filtra e si separa il liquido dal solido. Il liquido riposa con le ceneri della calcinazione.
In genere il periodo di riposo dura tre mesi, cioè per tre lunazioni. Dopo almeno tre lunazioni, quando sta per tornar e la luna nera, si filtra l'olio ricavando nuova mente le ceneri intrise di olio. A questo punto si può ripetere l'operazione di calcinazione prima di ricongiungerli al liquido con le modalità della prima volta.
Questa operazione dovrebbe avvenire da un minimo di tre ad massimo di sette volte, ovvero fino a quando il liquido non è più in grado di assorbire dei sali.
Impiego degli Oleoliti
Gli oleoliti possono essere impiegati con differenti tipi di applicazioni:
1. La prima applicazione possibile è quella olfattiva. Si può spalmare qualche goccia di oleolito sulla superficie del braccio o sulle mani e, continuando a respirare normalmente dal naso, si avvicina la parte unta ad ogni inspiro per allontanarla ad ogni espiro. Oppure si può applicare al centro del solco "nasolabiale" e/o sotto lo sterno (specie il pino nei casi di afflizioni polmonari). Faremo notare per ora per inciso, come ogni applicazione di oleolito, se di pianta aromatica, è comunque una sorta di aromaterapia involontaria.
2. La seconda è topica: spandere solo sulla parte interessata (pruriti, eczemi, ecc.).
3. La terza è zonale:
1. Si spande su una "zona di proiezione cutanea" (o zona riflessa) dell'organo su cui si vuole operare (per esempio spandere lungo la linea interna scapolare e sottoscapolare per agire sul fegato). Sulle zone di proiezione cutanea è di estremo interesse il metodo Greenberg, di cui vi è qualche costoso testo in commercio.
2. Oppure spandere in modo topico direttamente sulla parte interessata e, per aumentare l'efficacia del trattamento, anche su quella simmetrica (per esempio ginocchio sx, ginocchio dx).
3. Spalmare sulla zona dell'organo interessato (Fegato, sul posto del fegato; Cuore, sul posto del cuore; Polmoni, sul posto dei polmoni) per "avvolgerlo magneticamente". Talvolta si usa volgarmente dire "fasciare il fegato con l'olio di iperico". È evidentemente un modo di dire perché il significato materiale della frase è "mettere olio di iperico sulla zona in corrispondenza con il fegato". Il concetto di "fasciare" senza garze suggerisce però l'idea che questo olio protegga come una garza, ecc.
Le zone energetiche e gli Oleoliti
Mediante questa tecnica si può spandere l'oleolito solo su una zona energetica corrispondente all'esigenza, o lungo il percorso dei MO (vasi energetici egizi. O punti dell’agopuntura). Per esempio si può utilizzare la zona della nuca, che come vedremo nelle lezioni future interessa l'energia celeste, in molti casi di insonnia, isterismo, o altre disfunzioni dell'apparato neurologico e psichico.
Si può utilizzare la zona della fascia renale e lombare qualora vi sia un calo energetico o la necessità di sostenere la parte terrestre dell'energia. Per esempio l'olio di iperico può essere applicato in questa zona per sostenere il paziente durante una sindrome influenzale, ecc. con l'utilizzo delle pomate da spalmare sui polmoni, cariche di oli essenziali si conosce oggi la funzione respiratoria di questa zona. L'olio di pino o di timo possono tranquillamente svolgere la funzione biochimica necessaria con l'aggiunta della funzione elettromagnetica di attivazione dei punti corrispondenti all'archetipo di Gemelli (polmone), dove oltre alla zona toracica potrò spandere dolcemente l'olio anche sul pollice, sul polso nel lato interno radiale, e nell'incavo del gomito.
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