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Quinta lezione |
La sindrome da colon irritabile |
Il muco intestinale |
Le piante disintossicanti |
Le virtù della Manna |
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LE PIANTE DISINTOSSICANTI
Per rimetterci in sesto è necessario attuare una azione depurativa profonda rivolgendosi a piante officinali specifiche oltre naturalmente ad attuare un regime di vita equilibrato e ad una alimentazione basata su prodotti per lo più integrali e provenienti da coltivazioni biologiche.
Una azione depurativa deve prevedere:
– “lavaggio” dei liquidi circolanti nell’organismo onde eliminare le scorie accumulate nel corso delle stagioni dell’anno più stressanti -estate ed inverno- o durante malattie infettive che hanno lasciato in circolo residui di germi e loro tossine od a seguito di malattie metaboliche;
– “riattivazione” degli apparati renali, dermico e intestinale provocando aumento della diuresi e della sudorazione;
– “disintossicazione” del fegato e riordino delle sue funzioni.
Le piante medicinali più adatte allo scopo devono essere in grado di stimolare le seguenti azioni:
– azione lassativa (frangula, rabarbaro, senna, malva per regolarizzare le funzioni intestinali)
– azione emolliente (altea, lino, malva per attenuare irritazioni intestinali)
– diaforetica (borragine, sambuco, tiglio capaci di stimolare la traspirazione cutanea)
– azione diuretica (asparago, bardana, betulla, gramigna, ulmaria, ortica, borragine)
– azione depurativa (bardana, tarassaco, calendula, fumaria, dulcamara)
– azione colagoga (carciofo, frangula, tarassaco per agevolare il travaso della bile dalla cistifellea all’intestino)
– azione antispasmodica (tiglio, liquirizia, melissa, lavanda)
– azione carminativa (coriandolo, finocchio, anice, per riassorbire i gas intestinali sviluppati nella fermentazione gastriche a causa di una digestione
lenta)
– azione stomachica (genziana, angelica, menta, tarassaco, camomilla per facilitare la digestione nello stomaco)
– azione tonico-amara (arancio dolce, arancio amaro, cardo santo, entaurea minore, capaci di stimolare le secrezioni gastriche e la tonicità delle parete dei visceri, stimolando anche l’appetito).