Iniziamo la pubblicazione di alcune opere Alchemiche, come esercizio alla comprensione dell'Arte.
Il Giardino Alchemico
delle Delizie.
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Da un testo in tedesco antico
di Daniel Stolzius von Stolzenberg
tradotto poeticamente da
Maurizio Carturan e Lidia Novelli
Prefazione
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Presentiamo in questo piccolo testo la traduzione in italiano di un estratto di un'opera alchemica, ben più ampia, composta nel 1624 a Francoforte da Daniel Stolzius von Stolzenberg in latino. Nello stesso anno fu tradotta in tedesco da Daniel Meisser e su questa si basa la presente versione. Su Stolzius sappiamo ben poco, oltre al fatto che in quanto medico si recò in Inghilterra e fu in corrispondenza dal 1639 al 1640 con Comenius. Sappiamo con certezza che alla sua opera, specie per quanto riguarda le illustrazioni, contribuirono uomini come Michael Maier e J. Daniel Milius; da più parti infine, il Giardino Alchemico delle Delizie è stato inserito tra le opere pubblicate nel cosiddetto "Rosenkreutzerishen Periodo".
Tramite la pittura possiamo vedere l'Arte, tramite la poesia la possiamo sentire e tramite la matematica la possiamo conoscere. L'accordo di queste tre parti ci si offre come eufonia, come un'armonia musicale, ma di musica oggettiva cioè come consonanza tra fisica e metafisica, risuonatrice del suono come vibrazione universale; e non dimentichiamo che il suono è il respiro, soffio, l'inizio fondamentale della vita. La tradizione ha sempre messo a disposizione delle tracce per intrepretare correttamente le possibili risonanze; qui noi ne suggeriamo alcune per quello che riguarda il numero dodici. Possiamo sovrapporre l'Astrologia e l'Alchimia con la seguente sequenza: 1. Ariete-Calcinazione, 2. Toro-Congelazione, 3. Gemelli-Fissazione, 4. Cancro-Dissoluzione, 5. Leone-Digestione, 6. Vergine-Distillazione, 7. Bilancia-Sublimazione, 8. Scorpione-Separazione, 9. Sagittario-Incinerazione, 10. Capricorno-Fermentazione, 11. Acquario-Moltiplicazione, 12. Pesci-Proiezione; oppure il ciclo dei 12 nidana buddisti: Ignoranza, Samskara (gli aggregati), Coscienza, Mente e Corpo, I sei organi di Senso, Contatto, Sensazione, Bramosia, Attaccamento, Bhava (venire in essere), Nascita, Vecchiaia e tutte le infelicità . Sta a noi personalmente sviluppare ulteriori connessioni analogiche e stabilire le nostre corrispondenze individuali.
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La Materia della Pietra Filosofale.
Intendimi bene la cosa è una
se due, tre siete non importuna.
Ma insiem cogl'altri sii uno solo:
se non lo comprendi non spicchi il volo.
L'unico Drago non pare così forte
pigrizia e frale saran sua morte.
Costui ha, nonostante, all'interno
il pozzo, ricchi doni, del Re governo.
Due son, agili, lesti i Mercuri:
rapidi, fissati ed insieme puri:
Anima, Corpo, Spirito qui uniti:
son Natura ed Arte maestri arditi.
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Tre Possessori e detentori della Pietra Filosofale.
Qui puoi veder, mio car lettore
tre alti Artisti, dell'Arte splendore.
Della mirabile Opera creatori,
della Pietra rara esaltatori.
Cremerus, solito trovasi in mezzo
e Nortonus a sinistra è avvezzo:
a destra inver troviam Basilio
innalzo lodi al loro ausilio.
Leggi i loro scritti con attenzione
usa l'armi di Vulcan con passione,
se in terra d'Espero vuoi entrar,
le sue dorate mele assaporar.
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Mercurio un cuore in tutta la realtà mondana.
Nutre Mercur l'oca, l'ape, il vitèllo,
il nicchio, la canapa e il filugèllo
unitamente, come io ti favello,
a quel del mondo, ben e gioiello.
O caro uomo, ti prego non seguire
cotal maestri e dal denà r fuggire,
guardà r ti devi da lui e dal suo peso
se il saper dell'Arte hai inteso.
Ricordati del resto che è fugà ce
e sol in Dio tu troverai pace:
dappoichè cerca con cuor e letizia
d'Hermes il gran ben, tesor di dovizia.
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Sulle precedenti dispute dei più nobili Alchimisti delle dodici Nazioni.
1. Un Egiziano: Hermes Trismegisto detto il grande.
Mercurio oppure Hermete chiamato
fu Re e nella terra d'Egitto iniziato.
Per sua natura dignità , arte e saggezza
la sua fama pervenne a grande altezza.
Gran miracoli compì col suo volere
e molto col suo Cuor fece sapere
quindi spiegò con sublime saviezza
dell'Arte Alchemica la vasta bellezza.
Sole è Padre nella coppia che s'adùna
cui s'unisce la Madre che è la Luna.
Il terzo che così dirige il giuòco
deve esser (come si conviene) il Fuoco
2. Un'Ebrea: Maria
Maria dell'Ebraica casata
di Mosé sorella fu considerata.
Si rallegra molto di essere stata
pur tra gli alchimisti annoverata
molti segreti nascosti e sagaci
della Pietra per lei eran feraci.
Con le sue parole molto venerate
molte cose buone ci ha rivelate.
Il fumo ama tal esalazione
che anco per lui sente devozione:
l'erba bianza che è sull'alta cima
d'entrambi s'imbeve l'anima per prima.
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3. Un Greco: Democrito.
Democrito il greco ha suscitate,
con meraviglia, le molte risate,
poichè irrideva la debolezza,
del carattere umano, la fralezza.
In molte terre quest'uom ha sollevato
umore allegro e spensierato:
di certo preparò la possibilitÃ
dalla natura agi e prosperità .
Egli insegna in modo egregio:
il corpo è di vaga ombra fregio;
con fortuna costante qui ammirate
color che dan medicine infuocate.
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4. Un Romano: Morieno.
Morieno conobbe nel suo profondo
vani il lusso e le gioie del mondo:
dunque andò dopo lungo viaggio
volontario in eremitaggio.
Quest'uomo tutta l'Arte ha spiegato
nei colloqui con Kalid rivelato:
ad ogni inesperto ha indicato
quanto nei tempi è stato celato.
Usa allor la terra che tu calpesti
se con la scala salir alto vorresti,
altrimenti con tutto ciò che resta
ricadrai battendo giù la testa.
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5. Un Arabo: Avicenna.
Avicenna dagli avi fu stimato
e come sommo principe chiamato
perchè dell'Arte medica cordiale
ei non aveva in terra eguale.
Di quest'Arte i segreti ha svelati,
alla conoscenza del mondo donati:
nei suoi scritti egli ha stilato
motti e parole fini distillato.
Se unisci un rospo del giardino
all'aquila che vola, sei vicino
a vedere la Reale maestria
della nostra Arte somma vigorìa.
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6. Un Tedesco: Alberto Magno
Alberto in ogni dove era noto
detto Magno da chi gli era devoto:
egli era dell'Arte gran studioso
grandemente versato e operoso.
L'Arte egli conosceva sommamente
(senza mire) l'ha descritta rettamente.
Perciò ancor nel mondo vien stimato
e il suo nom in alto vien portato.
Ei dice: questi in un segno son scritti
d'intesa van, ed insiem stan ritti:
se pur hanno essi due sessi diversi
e un corpo doppio non san dolersi.
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7. Un Francese: Arnoldo da Villanova.
Mentre Arnoldus a Roma si recava
cònficit l'oro vero cui niùno osava:
e a tutti lo ha dato in visione
per tòr della purezza ogni questione.
Vasta invero era sua disciplina
in astroalchìmia e medicina
e nei suoi scritti possiam vedér
i frutti del suo grande ingegno godér.
Ei dice: il rito d'Iméne tu farai
Cabìrico, o figlio allor sarà i
allo stesso modo Béia dovrà fare
dei due le nozze qui possiam mirà re.
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8. Un Italiano: Tommaso d'Aquino.
Tommaso d'Aquino ha magnificato
d'un maestro inglese il nome grato:
con le sue lezioni (come rendo noto)
conosciuto fu nel luogo più remoto.
Suo precettore francamente si dice
Alberto Magno esser stato felice:
egli ha dunque attinto con larghezza
dell'Arte Alchimica la sua ricchezza.
Come la natura così anche l'Arte
sà n del Mercurio in specie, son parte
tutti i metalli da lui si torrà nno
mischiando con Zolfo Puro senza danno.
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9. Uno Spagnolo: Raimondo Lullo.
Raimondo lullo confessò senza timòr
dell'Alchimia esser giunto al fulgòr
con gli insegnamenti e con il favòr
del sommo Arnaldo augusto precettòr.
La sagacia di Protéo fu intuìta
e la guida di Policléto seguita
da lui simile a Dedalo nell'Arte,
ei fece onor alla spagnola parte.
Disse: un'uòm da un lavoro divino
dando alla luce di un bel bambino
il corpo, se insiém (come suol farsi)
può a una bella donna accompagnà rsi.
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10. Un Inglese: Ruggero Bacone.
Ruggero Bacone come un viandante
a Monaco andò come insegnante
in pari tempo a Oxford in Albiòn
l'operar per l'Arte fu sua vocaziòn.
Ei davanti 'gli occhi ha rivelato
le meraviglie del mondo con afflà to.
Chi della natura imita il corso
molti prodigi avrà in suo soccorso.
Se il giusto peso saprai vivificà re:
allor tu vedrai negli occhi stèssi
copiosi e regali doni riflèssi.
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11. Un Ungherese: Melchior Cibinensis.
Melchior Cibinensis era chiamato
nell'ungarica contrà da era nato:
benchè del clero egli facesse pà rte
umilmente capiva l'Aurea Arte.
Dicendo messa lui sòl, in ogni cosa
sapeva mostrà r la Pietra preziòsa:
anche tu puoi, se non sei egoista
giudicar secondo l'uso dell'Artìsta.
Siccome un delicato fanciullino
sarà nutrito di latte sopraffìno:
anche questa Pietra qual oro zecchìno
sazia sarà di latte adamà ntino.
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12. Un Polacco: Micaël Sendivogius.
Quanto questo nome finora taciùto
tanto ora alfin sarà conosciuto:
e uscendo dal buio sarà lodato
grandemente peril suo mèrto gloriato.
Prima celebrò, Praga in Boemìa
sue opere e scritti di Alchimìa:
in dodici volumi ha sviluppato
ciò che all'uòm deve esser spiegato.
Ei rese nòto: Saturno il grève
lui stesso bagnare la terra dève:
perchè Sole e Luna sulle sue zòlle
possan germoglià r aurèe coròlle.
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Eventi Meteorici: Su tutto ciò che si trova in alto.
Dal Cielo ausìlio a noi viène
belle tìnte, rugià da, piòggia, sibbène
come tuòno, grà ndine, là mpi, vènto
(di questo la pratica è fondamènto).
In ugual modo della Piètra dell'Arte
innùmeri forme fini fanno pà rte
ovviamente nel sòl vìtreo mòndo
illuminato da splendòr fecòndo.
A paragonare la Pietra tu bà da
alla pioggia del cièl e alla rugià da
insieme al tuono, lampo e fuòco
ed ai terrìbil venti che fan giuòco.
Sui Minerali.
Su tutto ciò che si trova sottoterra e si scava.
Quanti sassi alle volte preziòsi
quanti metalli grandi, parvi, ascòsi
sotto terra si trovà n profondamènte
(devon esser cercati devotamènte).
Molti e belli tu ne potrai avere
con la tua abile Arte ottenere.
Se desideri sapèr con serietÃ
le lor speci, sesso, nascita, proprietà .
Però senza lavòr, fatica e forza
nulla distillerà i fuòr dalla scòrza:
il tuo lavoro dovrai applicare
se tu rari beni vuoi procurare.
Sui Vegetali.
Su tutto ciò che cresce sulla terra.
Come un giardino caro e bello
di rare, preziose erbe è ostèllo:
in ugual modo questo nostro giardìno
molte forme gènera d'oro zecchìno.
Qui si tròvan i bellissimi giacìnti
i quali ancòr dalle viti sòn cìnti
confùso il papavero alla mèssi
vi fiorìscono ròse ròsse nei prèssi.
Vi nà scono frutti e mele dòrate
rami di gèlso con mòre prelibà te:
rami d'oro: mìrto, alìvo, allòro
lo zafferà no che è un grà n tesòro.
Sugli animali.
Su tutto ciò che è animato e dotato di vita, cioè sulle creature viventi.
Sui monti e sui piani in ogni dove
errando van bèstie come il bòve:
l'aer ci reca copiòsi augèlli
l'acque d'infiniti pesci sòn modèlli.
Ma se all'Arte noi faccià m ricòrso
troviam Ariete, Toro, Leon e l'Orso:
il Mulo, l'Apro uccisòr d'Adòne
l'Aquila, La Fenìce ed il Pavòne,
la Lince, il Lupo, ed il Cagnolìno
con il Corvo, il Cigno vedià m perfìno:
Balena, Vipera ed altri serpènti
c'invìtan con l'Api ad esser attènti.
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L'Uomo
Ciò che in sé raccòglie fa travedère
del Macrocòsmo l'òpra e il potère:
ciò l'uomo per trasfòndere sà per dève
al Microcòsmo che è in lui in brève.
Nell'Euròpa, senza bùrla è la tèsta
L'Africa nùtre il cuòre senza rèsta:
l'addòme nutrìto è dall'Oriènte
mani, piè segnà ti sòn dall'Occidènte.
Sconvòlge però senza cèssa la mòrte
l'unità del còrpo umà no sua sòrte:
l'uòmo sarà dùnque sempre passeggièro
còme, fùmo, sòffio e pensièro.
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